Facebook? No grazie – Riflessioni sul fenomeno social network
by QuakePC on Dic.12, 2008, under Future Project
Quante volte vi siete sentite dire: “Ci sei su facebook?” o “Ci troviamo su facebook?”
Se non hai dato subito una riposta di disgusto a questa domanda probabilmente stai usando come browser internet explorer e come sistema operativo windows vista. Ti consiglio di andare subito a comprarti subito la suoneria del gattino che canta , ascoltarla all’infinito e mentre la ascolti metti il cellulare in modalità vibrazione ed usalo nel modo a te più opportuno, tanto hai già smesso di pensare con la tua testa.
Se invece sei uno dei pochi pazzi (o peggio radioamatori) che ogni volta risponde “NO, MAI” allora scoprirai che non sei l’unico a-social networker. Nella sconfinata pianura padana, in mezzo alla nebbia e alla pioggia dove l’adsl non arriva dappertutto, dove il 3G e l’hsdpa vanno a singhiozzo (anche nel resto d’Italia) esistono dei rudi individui che non si sono ancora iscritti a facebook, talmente arretrati che già nel 1999 o prima avevano una connessione ad Internet, quando ancora si pagava,oltre al costo della connessione (di solito una telefonata interurbana), anche l’abbonamento, quando la maggior parte delle pagine web erano fatte in html con il notepad perchè non potevi permetterti un’hosting con le estensioni per php o asp e con più di 2MB di spazio. Mi fermo qui con i racconti del passato perchè nonostante siano passati solo 10 anni è come se avessi visto un cambio epocale e ne potrei parlare per ore come fanno i nonni quando parlano del loro passato.
Ora torniamo all’argomento dell’articolo, in questi ultimi mesi è scoppiata la moda del momento, quasi tutti gli utenti windows (e non) si iscrivono a questo famoso servizio di social networking rimandone estasiati e assuefatti. La cosa peggiore è che le persone che usufruiscono di questo servizio nella loro grande ignoranza cominciano a scambiare “sito web” con “facebook.com” , “chat” con “facebook.com” , “album fotografico” con “facebook.com” fino ad arrivare allo stadio finale scambiando “Internet” con “facebook.com” . Questa cosa mi spaventa perchè vedo che certe persone incominciano a non pensare più con la propria testa e progressivamente regrediscono sia visto l’aspetto tecnico che “sociale” visto che considerano vere le emozioni viste su un video invece che andare a bere una birra con gli amici o fare una passeggiata.
Un altro aspetto a cui ho accennato prima è la sostituzione nella mente degli utenti dei comuni servizi web con il portale di facebook.com . La cosa più comune ed errata è la scambiare il profilo di facebook per il proprio sito. Un sito è qualcosa di propria proprietà, un profilo è qualcosa di proprietà del portale a cui si è iscritti, sembra una cosa tanto semplice ma la una persona mediamente (non) istruita fa fatica a capirla.
Comunque è la scoperta dell’acqua calda che la gente è facilmente influenzabile dai media e ne diventa dipendente, è solo cambiato il mezzo, dalla televisione siamo arrivati a Internet. Rispetto al passato è cambiato anche il fine ultimo di questa dipendenza: dal controllo politico si è passati a quello commerciale e per di più non una pubblicità per un unico prodotto o azienda, ma personalizzata in base alle attitudini dell’utente. Questo è un aspetto del social networking che i loro utenti ignorano poiché è talmente fatto bene che è quasi subdolo, inoltre è l’unico mezzo di guadagno che hanno visto che i loro servizi sono gratuiti e per erogarli sono necessari decine di server che non si acquistano e installano da soli, e la gente che ci lavora non vive di aria, contrariamente al pensiero di molti imprenditori. Vi è un interessante articolo di Tom Hodgkinson del Guardian che spiega i retroscena commerciali di facebook. Qui la versione originale in lingua inglese e qui la traduzione in italiano di Luca Boschi
Un interessante aspetto di tutti i vari servizi di social network è il loro utilizzo come strumento di ingegneria sociale, ad esempio se conosci qualcuno e vuoi farti i cavoli suoi basta che lo cerchi con google , ad esempio cerchi “cristian carl____ facebook” e come per magia appare sua pagina con alcuni dettagli, se vuoi andare oltre purtroppo ti devi iscrivere, ovviamente con dati falsi, e ottieni altre informazioni su l’interessato. Inoltre tanta gente carica foto private perchè non sa come salvarle e trova logico darle a non si sa chi e che sta dall’altra parte del mondo, poi un giorno rende pubblici i contenuti del suo profilo per un motivo x ed essendosi dimenticato di averle “salvate” li comincia a venir preso per i fondelli da tutti i suoi “amici virtuali” o molto peggio vanno in mano di persone sbagliate che sanno come utilizzarle a loro favore.
Infine vorrei ricordare la Clausola del Gatto Sitwoy (da un articolo del Il Disinformatico)
Se usi come supporto vitale della tua attività un servizio:
– che non hai la più pallida idea di come funziona,
– che non sai dov’è localizzato geograficamente,
– di cui non sai come contattare i responsabili, perché parlano una lingua a te sconosciuta,
– che non hai pagato perché gratuito e supportato dalla pubblicità,
– che non fornisce alcuna garanzia formale di qualità del servizio;il giorno che non funziona, non rompere l’anima a chi non c’entra nulla e ha di meglio da fare: sono … Cat Sitwoy.