Bravo “Sease” (o come cavolo si scrive), ora cosa fai? protesti perchè è colpa del sistema?
by admin on Set.24, 2009, under Varie
Nel corso di “spedizioni” all’estero hanno dipinto carrozze di mezza Europa. Ma Trenitalia presenta un conto salato: 240 mila euro |
Presi i writer dei treni, danni a centinaia di convogli |
Quattro giovani nella rete della squadra speciale della Polfer, incastrati dai loro video inseriti in Internet |
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Giovedì 24 Settembre 2009, |
Agiscono quasi sempre di notte, in assetto da “combattimento”. Volto travisato, abbigliamento comodo, zaino sulle spalle, pile per illuminare il sentiero di guerra, e macchine fotografiche digitali. Strisciano sulla massicciata, poi in mezzo ai binari, e sotto alle carrozze in sosta, quasi temessero dei rilevamenti a raggi infrarossi o delle trappole predisposte a rilevare la loro presenza, anche con dei semplici fili tesi ad alzo zero. Riassumono la posizione eretta solo quando raggiungono la postazione di intervento. Appoggiano il bagaglio a terra ed estraggono l’armamentario indispensabile a portare a termine la loro missione: bozzetto a matita dell’opera da riprodurre sulla fiancata del loro obiettivo dichiarato, bombolette spray e pennarelli indelebili. Spesso sono loro stessi a filmare i blitz per documentare le loro gesta e magari diffonderle via web e quasi sempre tornano sul luogo del delitto con la luce del giorno per vedere l’effetto che fa. Ed è stato proprio questo rituale, immutato nel tempo e nei modi, a inchiodare quattro writer denunciati a piede libero per danneggiamento aggravato di centinaia di treni in tutto il Nordest e anche oltreconfine e ai quali Trenitalia ha presentato un conto salatissimo: il risarcimento del danno si aggira infatti sui 240mila euro dovuto soprattutto al mancato movimento dei mezzi imbrattati per la cancellazione totale o parziale dei codici alfanumerici identificativi dei convogli, che ne comportano la rimozione e la sostituzione integrale. A finire nei guai due sandonatesi di 22 e 26 anni, M.B. e P.C. attesi al varco nella stazione ferroviaria di Portogruaro: sono stati intercettati prima di entrare in azione, muniti di venti bombolette spray e di bozze su carta del soggetto da duplicare. Gli altri due, invece, sono stati catturati in differita: sfuggiti all’imboscata in stazione a Treviso, sono stati raggiunti nelle loro rispettive abitazioni, B.F. 28 anni di Gorgo al Monticano nella Gioiosa Marca, e P.P. coetaneo di Trento. Tutti operai, chi magazziniere, chi pure commesso in una tabaccheria, tutti con la passione sfrenata per il writing, confermata dalle prove raccolte durante le perquisizioni domiciliari. Come appunto i video e gli scatti che li ritraevano protagonisti assoluti di quelle che definiscono le loro performance artistiche e che erano custoditi nelle memorie dei pc o diffusi su you tube o facebook. O le esercitazioni sulle pareti del garage di casa. A braccarli e catturarli – anche grazie alla visione di migliaia di immagini on line – sono stati gli agenti del Nucleo specializzato anti-writer costituto di recente all’interno della Squadra di polizia giudiziaria della Polfer compartimentale del Veneto, allo scopo di arginare un fenomeno che sta dilagando in maniera preoccupante. «Un lavoro estenuante – spiega il comandante Natalino Autolitano – che ha preso le mosse dall’efficace operazione di contrasto ai writer condotta dalla Polizia locale di Venezia fra il 2007 e il 2008 alla quale noi avevamo collaborato per la parte concernente i mezzi su rotaia. Dallo scorso novembre, i nostri investigatori hanno visionato centinaia di migliaia di bozzetti al computer al fine di riconoscere gli elaborati e quindi risalire ai loro autori, e si sono sottoposti a lunghi e snervanti appostamenti per riuscire a intervenire in flagranza di reato». «Non solo – aggiunge Nadia Saragoni, responsabile della Pg – gli ispettori Farese e Bedendi hanno dovuto anche studiare il movimento, capire e carpirne i segreti e il modus operandi. Così si è presa confidenza con le regole non scritte dei writer per dare un nome e un cognome alla “tag” (l’etichetta ndr) che scelgono, una sorta di nickname grafico, che decreta il copyright dell’opera realizzata». A cadere nella rete della Polfer pure uno dei leader storici dei gaffittari veneti, quel “Secse” (tag che corrisponde all’indagato trevigiano) che ha firmato centinaia di “opere” itineranti sui treni non solo italiani, ma anche austriaci, slovacchi, cechi, romeni, e sloveni così come i suoi colleghi. Spedizioni all’estero cui dovranno rispondere alla giustizia dei Paesi coinvolti. Nel mondo dei diretti interessati che la caccia al graffittaro fosse in atto era risaputo tanto da venire trasposta anche graficamente su un vagone parcheggiato a Marghera, con dedica: il writer incappucciato con la pistola puntata sul poliziotto nel tentativo (fallito) di addormentarlo, come suggerito dal disegno “cube style” della scritta “sleep”. Monica Andolfatto |
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Mi permetto di aggiungere che uno dei quattro pittori a partecipava a manifestazioni a tema organizzate dalle associazioni culturali e pro loco della provincia di Treviso e dintorni, si faceva dare le vernici spray e poi spariva… e magicamente apparivano lungo la linea ferroviaria Treviso-Portogruaro decine di scritte Sease… che strana coincidenza… la stessa strana coincidenza per cui sul gazzettino di oggi 24.09.2009 viene riportato tale articolo?